giovedì 11 marzo 2010

terreeteree '06


15 ottobre 2009
Maremma Toscana IGT – La Busattina, TerreEteree 2006
Uvaggio: Sangiovese, Ciliegiolo Prezzo: 10 €
Ti imbatti ne La Busattina per sbaglio, che in verità eri uscito per fare la spesa al mercatino del bio, quelle dove trovi sempre qualche ghiottoneria.Sangiovese e ciliegiolo, afferma con orgoglio Emilio Falcione, il produttore, offrendoti un assaggio di prova, che di questi tempi non si sa mai cosa si può trovare nel bicchiere.
A casa, poi, a cena, trovi un frutto molto fragrante, decisamente fresco. Ti stupisci di fronte a note vegetali ed erbacee ed in generale ad una piacevolezza giusta, vera, di un vino che profuma di buono.Il filo conduttore, all’assaggio, è la bevibilità. Poi sovviene un’acidità appena accentuata contrastata da un tannino che ricorda la seta e da una punta di inaspettata mineralità. Poi torna il frutto, e pensi sia un grande vino da pasto.
Eri andato a prendere la verdura, sei tornato anche con il vino. Felice.
Scritto da Jacopo Cossater Pubblicato in www.enoicheillusioni.com

mercoledì 10 marzo 2010

S. Martino 210 - C'è aria di Loira in Maremma

Lo puntualizziamo subito così da evitare misunderstanding: non parliamo di chenin blanc. Il San Martino 210 del 2007 è infatti frutto di un assemblaggio più casereccio (trebbiano, malvasia, ansonica). Tranquillizzatevi quindi, non si esce degli schemi della tradizione toscana in quanto a varietà utilizzate. La Busattina e’ un azienda maremmana che lavora in biodinamica (certificata dal marchio Demeter) e che ci regala sensazioni d’oltralpe, almeno nel confezionare questa stimolante creazione vinosa. Vouvray? Savennieres? Maddeché, San Martino sul Fiora in provincia di Grosseto. Eppure nel bicchiere analogie a go-go. Intanto aprite la boccia e stupitevi.Cromaticamente è ricco. Al naso: frutta gialla, fiori, verve aromatica. Un ingresso quasi dolce (proprio come per alcune produzioni della Loira, viene volutamente interrotta la fermentazione alcolica, lasciando un residuo zuccherino percettibile) che si risolve in un finale succulento con mineralità ed acidità da vendere. L’assetto gustativo verte tutto sul contrasto dolce/sapido e questo crea una dinamica giocosa al momento dell’abbinamento cibo-vino. Insomma, si attinge a piene mani, qui in Maremma, e non si può dire che manchino modelli o punti di riferimento. E’ pur vero che se si vuole fare vini biodinamici e si cerca ispirazione, dove si può pescare se non nell’angolo della Francia che ha dato i natali a Nicolas Joly, padre della famosa Coulée de Serrant ? Io trovo idea e risultato avvincenti. Di certo non è un vino semplice, l’evidente “morbidezza” regala tratti che possono apparire dissonanti al neofita. Per bevitori esperti - verrebbe da dire -ma siamo sicuri che sia un limite?
Mauro Mattei - www.intravino.com

DOVE TROVARCI

- 21 marzo csoa Forte Prenestino - Roma
- 26 e 27 marzo "Orti d'Artista" - chiostri cinquecenteschi Società Umanitaria - Milano
- 18 aprile csoa Forte Prenestino - Roma
- 24 e 25 aprile Gusto Nudo - Bologna
- 15 e 16 maggio Vinissage - Asti