domenica 9 ottobre 2011

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La Busattina di Emilio Falcione, i vini maremmani del contadino organico
La Busattina, un'azienda agricola a tutto tondo, 25 ettari posti nella fascia collinare interna della Maremma Toscana. Qui Emilio Falcione dedica 4 ettari e mezzo all'uva, mentre nel resto della propria terra produce olio d'oliva, coltiva cereali di antiche varietà ed alleva bestiame di antiche razze in via d'estinzione.Questo tratto di Maremma è davvero un luogo spettacolare, arrivando alla Busattina abbiamo attraversato paesaggi in cui il tocco dell'uomo è visibile ma leggero e conserva ancora un aspetto un po' selvaggio. Forse anche per questo, oltre che per i consueti casi della vita, Emilio Falcione ha trovato qui il posto giusto in cui realizzare i propri progetti di un'agricoltura diversa, in cui l'azienda agricola è vissuta come organismo agricolo, un organismo complesso in cui ogni elemento interagisce con gli altri. Un'azienda agricola profondamente e radicalmente biodinamica.La nostra visita in azienda - nel febbraio di quest'anno - è cominciata dalla collina dove pascolano le pecore, una terra brulla e sassosa, abbiamo poi attraversato allevamenti e infine eccoci nei vigneti dove hanno trovato posto solo uve toscane: Sangiovese, Ciliegiolo, Trebbiano, Malvasia, Ansonica. Infine eccoci nella piccola cantina che serve principalmente per l'invecchiamento mentre molte delle lavorazioni avvengono all'esterno.Emilio Falcione dice dei propri vini: "...il mio vino è una creatura che ho aiutato a nascere, come un figlio, ma come un bambino è un essere indipendente, che io posso guidare, tentare di correggere, ma mai dominare completamente. Una creatura con una vita autonoma propria, un proprio carattere ed identità, che solo in parte io (ma anche gli altri) comprendiamo e conosciamo... "Una consapevolezza nata dal lavoro sul campo, o meglio, sulla vigna. Una consapevolezza che ritroviamo anche nell'assaggiare questi vini mutevoli e complessi, che annata dopo annata raccontano e portano con se la propria storia: se il clima è stato caldo o freddo, umido o secco, se la produzione è stata abbondandate o limitata, ecc.Quello con Emilio Falcione e con i suoi vini non è un rapporto semplice, i vini come le persone evolvono nel tempo e anno dopo anno sono in grado di suscitare sempre nuove emozioni, sono vini vivi e intensi, forse anche grazie a quel rispetto che ricevono sia in vigna che in cantina. Un rispetto che era ben noto ai contadini vecchio stile che non potendo far conto sull'intervento della chimica o della tecnologia per "migliorare" i propri vini o per portare i propri vigneti a produrre di più dovevano misurarsi con la natura, con quello che chiede e che sa dare.Anche di questa centralità dell'agricoltura contadina è ben consapevole Emilio Falcione che nel 2008 scriveva: "Oggi la priorità è la difesa dell’agricoltura contadina, ma si tratta più di una autodifesa all’interno della quale credo vi debba essere il passaggio graduale ad un’agricoltura organica e per finire all’agricoltura biodinamica."Un approccio quindi molto pragmatico e con lo stesso pragmatismo Emilio ha scelto di rendere visibile sulla retroetichetta dei propri vini le informazioni sulla vinificazione scrivendo quali processi, additivi, tecniche di vigna e di cantina sono stati utilizzati e non utilizzati in quel vino.Articolo pubblicato il 19 settembre 2011A cura di Barbara Pulliero

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